Progettazioni pedagogiche

Progettare significa essere aperti e flessibili, ponendosi lontano da ogni schematismo. Incidere sul futuro promuovendo il cambiamento delle persone è una delle funzioni dell’educatore nella prima infanzia. Il cambiamento è una delle categorie pedagogiche più importanti per chi si occupa di progettazione è la categoria del futuro che rappresenta la massima sfida per il progettista, poiché introduce i due elementi più ardui da fronteggiare: l’imprevedibilità e il caso. Se non si lascia spazio a questi due elementi, il progetto si chiude alla realtà e si dimostra incapace di incidere su di essa producendo cambiamenti effettivi.

Per definire la progettazione educativa:

  • partecipazione: deve essere partecipata, ovvero correlata ai bisogni formativi degli educandi e del contesto;
  • flessibilità: deve essere duttile e adattiva, capace di adeguarsi flessibilmente ai bisogni educativi degli educandi;
  • concretezza: deve collegarsi ai problemi concreti della realtà;
  • adeguatezza: deve perseguire obiettivi realistici, rapportati alle conoscenze e alle abilità degli educandi;
  • continuità: deve assicurare la continuità tra diversi elementi di istruzione e tra diversi contesti formativi.

Progettare intenzionalmente azioni educative vuol dire nel caso del nido, incominciare a pensare ad attività strutturate e di gioco, riflettere sul valore della dimensione pedagogica dei tempi e degli spazi utilizzati, sulle routine e sul personale.

La progettazione si fonda non soltanto sulle decisioni iniziale e su obiettivi definiti, bensì anche su decisioni successive prese in funzione dell’evolversi della situazione, al punto di modificare la natura, la successione delle operazione e gli stessi obiettivi. 

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Laboratorio tattile

Esperienze polisensoriali

Affondare le mani in diversi materiali è uno stimolo sensoriale per il bambino ed un’occasione unica per conoscere stupendosi.

“Scopro e conosco non solo con gli occhi!”

Il linguaggio tattile è la prima forma di comunicazione del bambino. 
E’ un linguaggio di conoscenza: le mani lasciano il segno, guardano, toccano i vari materiali, ricevono diverse sensazioni che producono emozioni sviluppando oltre i sensi, la memoria. 

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